L’impegno politico e la tifoseria

“Le forze progressiste hanno il dovere di immaginare uno schieramento e una classe dirigente che, non solo possa indicare, ma possa soprattutto essere di prospettiva per costruire quotidiane e vere libertà.”

Ragusa, 4 novembre 2019 – Ok continuiamo a farci del male, lasciamo che la politica continui sempre più ad essere tifoseria. Non è questo che è successo con i commenti alla notizia della condanna dell’ex sindaco Giovanni Moscato? Capisco gli amici che lo difendono, e anch’io gli auguro di dimostrare, nel prosieguo della sua vicenda giudiziaria, di essere estraneo a qualunque responsabilità penale. Capisco anche l’on. Francesco Aiello, che da quella vicenda ha ritenuto di essere stato defraudato della vittoria alle elezioni, e apprezzo che riesca a separare il piano umano dalla reazione politica. Immagino che a parti invertite Aiello sarebbe stato crocifisso in pubblica piazza. Non capisco però l’incitazione, che corre sulla rete, a schierarsi pro o contro una sentenza, della quale non si conoscono motivazioni e contorni, che non esaurisce la vicenda giudiziaria (c’è un pezzo d’indagine che è dentro il prosieguo ordinario del processo, ci sarà immagino l’appello della sentenza del GUP).

Noi abbiamo un’idea diversa, non solo perché crediamo che a prescindere dalle responsabilità penali è necessario fare chiarezza sul terreno politico, crediamo che l´epilogo della vicenda amministrativa delle ultime tre

legislature, non sia frutto del destino cinico e baro, ma il risultato di un´alleanza che ha sostituito quella che per anni è stata al centro del governo civile, sociale ed economico di Vittoria. Si è inaugurata negli ultimi anni una alleanza con quei poteri e ceti sociali diversi da quelli con i quali i governi progressisti erano in sintonia: i ceti popolari e produttivi della città.

Crediamo che la città, ogni cittadino sia come singolo, sia nelle formazioni sociali debba schierarsi sulle scelte di promozione dello sviluppo e sulla filiera agroalimentare, sul PRG, sulla politica e la gestione della raccolta dei rifiuti e l´igiene urbana e sulle politiche ambientali, sulla costruzione di un nuovo welfare, sul governo dei servizi primari e in particolare sull’acqua bene comune. Il dibattito dovrebbe concentrarsi insomma sulla modernizzazione della città, e se come pensiamo noi occorre coinvolgere ogni cittadino, ogni generazione, soprattutto chi è in difficoltà nel processo di rinascita della città.

Noi abbiamo un’idea diversa dall’effetto consolatorio del populismo, che uniforma le coscienze attorno alle paure; diversa da quella di chi pensa che apparire basta a risolvere i problemi quotidiani; diversa da quella che pensa che il mercato ha spazio per tutti; diversa anche da quella di chi immagina una normalizzazione dei rapporti sociali perché immagina che solo l’assenza di conflitti crea benessere. Annullando la dialettica sociale invece si negano i diritti dei tanti a vantaggio dei poteri dei pochi.

Noi per questo pensiamo di essere un’altra cosa, perché a differenza della politica locale, per come si è ridotta, abbiamo la sensazione che la nostra città, abbia smesso di essere polis ossia centro di promozione dello sviluppo economico, culturale, sociale. Assistiamo a un dibattito, che non è confronto ma è quasi un parlarsi addosso, perché inutile ai fini dello sviluppo complessivo della città.

Proviamo a riaprire un confronto sullo sviluppo complessivo dalla città; vorremmo riportare al centro del confronto le idee, le storie e le volontà che hanno caratterizzato il movimento democratico della città di Vittoria.

Insomma abbiamo deciso di partecipare e stare dalla parte dello schieramento che crede nella ricostruzione del movimento democratico, che potrà modernizzare Vittoria, sappiamo che c’è che potrebbe essere riportato al centro della politica cittadina, se solo si rinunciasse a ricercare salvatori della patria, se si riuscisse a coniugare le piccole ambizioni con la grande ambizione, ossia una prospettiva per la Città. Vittoria deve tornare a essere polis cioè centro di identificazione e partecipazione collettiva, Per questo vogliamo immaginare una città dove possa esserci una chance per le forze di progresso e del civismo democratico, che potrebbero essere forza motrice del vero cambiamento. Crediamo in un progresso che possa coinvolgere le nuove generazioni indicando loro una prospettiva. I giovani, anche quelli della nostra città sono stretti tra le paure costruite ad arte e all’apparire che mortifica l’essere, quelli che parafrasando Pasolini sono stanchi di diventare giovani seri, o contenti per forza, o criminali, o nevrotici, e vogliono ridere, essere innocenti, aspettare qualcosa dalla vita, chiedere, ignorare. Non vogliono essere subito già così sicuri. Non vogliono essere subito già così senza sogni.

Le forze progressiste hanno il dovere di immaginare uno schieramento e una classe dirigente che, non solo possa indicare, ma possa soprattutto essere di prospettiva per costruire quotidiane e vere libertà.

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